un brano da: Le mele di Sodoma
… impugna l’arma. Con perizia arretra il carrello, nessun colpo in canna, i caricatori sono pieni, ne inserisce uno, e dopo aver controllato che sia inserita la sicura deposita la pistola in una busta avana. Poi avvicina la lampada, con gesti delicati scioglie il laccio del sacchetto e ne rovescia il contenuto nella cassetta.
Acuti lampi di arcobaleno si sprigionano nell’aria pungendo i suoi occhi, il fondo nero della cassetta si trasforma in una finestra sull’universo con decine di stelle che bucano l’oscurità.
Una vista che toglie il fiato.
Il suo ricordo corre subito a quando, qualche anno prima nel deserto, era rimasto affascinato alla vista delle stelle nel cielo di una notte senza luna. Erano così vicine che sembrava impossibile non poterle toccare.
Questa volta invece sì, basta allungare una mano e mischiarle per formare nuove costellazioni scatenando bagliori di luci e colori. Ora sì che può toccare il cielo con un dito.
In quei 40 centimetri quadrati di panno nero ci sono più di duecento diamanti, i più belli e puri che si siano mai visti.
Ubriacato da un senso di ricchezza e potenza, fissa immobile le pietre, poi si scuote. Con le mani raccoglie piano quella magia nel sacchetto quindi lo depone nella busta avana assieme la pistola e…