Ci è capitato in varie occasioni di essere ospiti in Marocco.
Ogni volta, con ammirazione, abbiamo assistito al rito del tè che tutti i padroni di casa hanno sempre esercitato con sacralità di fronte a noi. Anche attorno al fuoco, nelle sere al campo tendato nel deserto, le gestualità sono state le stesse. Colui che mesce il tè con gesti lenti alza la teiera e con maestria fa cadere dall’alto il liquido nei bicchieri perché è dalla schiuma che si apprezza la qualità della bevanda.
Un vecchio proverbio Tuareg dice che un tè senza schiuma è come un Tuareg senza turbante.
Ma non finisce qui, è buona educazione non alzarsi prima di aver bevuto tre bicchieri, perché come vogliono le antiche tradizioni:
“Il primo bicchiere è aspro come la vita,
il secondo è dolce come la morte,
il terzo è soave come l’amore.“